Georg Simmel

Simmel evidenzia come ogni fatto sociale sia causato da relazioni con gli altri  Uno dei punti essenziali del suo pensiero è rappresentato dal concetto di interazione sociale o effetto di reciprocità. L’uomo può allora essere visto, in senso sociologico, come il punto in cui si intersecano le differenti relazioni che coinvolgono lui e gli altri individui con i quali entra in relazione, che influenza egli stesso e dai quali è influenzato.

L’oggetto della sociologia trova così una ulteriore definizione: la sociologia studia la società, cioè le associazioni umane originate dalle azioni degli uomini in relazione con gli altri e con le quali si instaurano legami di reciprocità.

Quindi la sociologia è per Simmel una “scienza formale”; si occupa di descrivere le forme che le relazioni di reciprocità assumono in situazioni e in tempi differenti, solidificandosi nelle grandi istituzioni.


La cultura metropolitana: per Simmel la città è un luogo in cui la razionalizzazione della moderna e la divisione del lavoro raggiungono forme estreme. Lavorare in un certa specializzazione, ma fare poche azioni comporta una indifferenza verso i propri simili. Ma ciò permette un maggiore sviluppo delle individualità singole. Nell'epoca moderna la società perde, per Simmel, un po' del suo potere coercitivo. Mentre nelle comunità circoscritte, tipiche delle società premoderne, l'individuo sottostà a vincoli e obblighi molto stretti, l'organizzazione impersonale della società industriale e metropolitana gli garantisce spazi molto più ampi per la coltivazione della propria identità personale.


Il denaro: Esso è uno strumento con cui l’uomo può raggiungere degli obiettivi ed è l’oggettivazione, di una funzione, quella di permettere lo scambio economico. Inoltre occupa un posto centrale nelle interazioni tra gli uomini e ha contribuito a mutare profondamente le relazioni tra loro. Ha contribuito al diffondersi di rapporti impersonali e alla valutazione dell’uomo non in base alle sue qualità, ma alle sue funzioni. Tramite il denaro si è infatti diffusa una mentalità che guarda alla realtà in termini quantitativi e strumentali e non qualitativi. 

La moda: Nasce da una spinta all'imitazione, da un'esigenza delle persone di omologarsi, sicché si è portati a fare ciò che la massa fa. Però ci sono persone che possono cambiare il proprio stile e iniziare un nuovo trend o ci sono quelle che seguono una certa moda per distinguersi dagli altri. La moda, insomma, al di là dei comportamenti e del modo di vestirsi tipici di un certo periodo storico, è una forma di vita che comprende, in una prospettiva unitaria, l'uguaglianza e la differenziazione. Nella società del XX secolo la moda veniva utilizzata dalle classi elevate per distinguersi da quelle inferiori. Chi l'adotta cerca la coesione con coloro che sono situati al suo medesimo livello sociale, marcando una netta cesura nei confronti dei membri delle classi da cui intende smarcarsi.


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